La storia del vino è fatta dai vignaioli che resistono
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‘I vini sono schietti e squisiti soltanto quando sono un prodotto artigianale: sono preziosi soltanto quando non sono pregiati.’
(Mario Soldati)
Pensieri, punti cardini, riflessioni… Parto da un libro di Mario Soldati.
Egli scriveva:
“Se volete trovarvi bene in Italia dovete scoprirla per conto vostro,
affidandovi alla vostra fortuna e al vostro istinto, perché una grande legge dell’Italia è proprio questa: che, da noi, tutto ciò che ha un titolo, un nome, una pubblicità, vale in ogni caso molto meno di tutto ciò che è nascosto, ignoto, individuale. Da noi, l’uomo di valore, come il vino prelibato, schiva le pubblicità: vuole essere scoperto e conosciuto in solitudine, o nella religiosa compagnia di pochi amici.’
(Mario Soldati, Il vino di Carema, 1955)
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Questo rappresenta il fulcro attorno al quale giro da una vita, ancor prima di dar vita al progetto “Rarefratte”: i miei sogni e i miei desideri,i miei gusti e le mie abitudini si incontrano, si rispecchiano ancora oggi con il mondo descritto da Soldati nel 1955.
Sono una persona schiva, a volte scontrosa, anarchica e ribelle, e non potevo fare altro che scegliere la direzione opposta alle strade omologate, convenzionali e di sfruttamento del mondo dove viviamo. Nella mia vita ho lottato e difeso, sono caduto e mi sono piegato ma non mi sono mai spezzato, raggiungendo talvolta traguardi e piccole conquiste.
Rarefratte rappresenta tutto questo: mai e poi mai sarei riuscito a vivere in un mondo, quello del vino, malato e sottosopra senza tentare di raddrizzarlo. Per poterlo fare, come in qualsiasi altra cosa, bisogna partire dalla parte opposta. Se volete trovarmi, cambiate prospettiva. Per me il vino è il traguardo finale di un lungo percorso che attraversa le stagioni, gli anni, i territori. Una grande storia che parte dalla selezione massale delle marze (individuazione delle piante dove raccogliere le tallee) scelte per essere propagate e messe a dimora. L’inizio della grande storia di una vigna, di un vigneto a volte mi appartiene, altre volte lo eredito e cerco sempre di rispettarlo e di averlo in mente in ogni cosa che faccio, sia in vigna che in cantina. Questo lungo percorso richiede continua pazienza, rispetto e accettazione delle mille variabili che si intersecano negli anni: pioggia, vento, grandine, malattie, pendenze, siccità, freddo, caldo, umidità etc..
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Ritmi della natura
Rispettare la natura, seguire i suoi ritmi, interpretarli e vedere che vi è sempre qualcosa di diverso rispetto all’anno precedente. Come per le vigne, vale lo stesso per i miei vini: mi sento un custode e un accompagnatore.
Osservo, sento e ascolto per capire cosa posso fare: non sono io che decido di vendemmiare e nemmeno quando il vino è pronto per essere imbottigliato. Ma sono presente dall’inizio, seguo ogni passaggio, e l’istinto nato dalla relazione con la terra, con l’ambiente, con la vigna e con l’uva, mi dice cosa devo fare. Questo per me è essere artigiano, questo, per me, racconta il mio vino.
Biodiversità
Per gran fortuna non siamo in una zona intensiva: i vigneti sono sempre affiancati da boschi e boschetti, oliveti e ciliegeti. Per me la biodiversità è importante, lo è in ogni aspetto, è condizione di partenza imprescindibile. Le diversità arricchiscono, costruiscono un equilibrio tra loro; vanno a braccetto con quelle umane.
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Le caratteristiche di una pianta, di un insetto, di un animale instaurano una relazione che porta benefici ad altre piante, insetti ed animali; così come diverse culture, usi e costumi arricchiscono il nostro io e ci permettono di guardare sempre più in là. La completezza di un contadino sta tutta qui, nel saper mettere insieme, secondo i suoi valori, il lavoro e la vita.
Rispetto del territorio
L’agricoltura non è un ecosistema chiuso e a se stante, bensì un sistema vivo e parte integrante dell’ habitat nella sua interezza, dove il selvatico e essere umano si incontrano.
Per questo ogni giorno cerco di difendere il mio territorio, sfruttato e inquinato. Un piccolo fazzoletto sottratto a chi non lo rispetta e di conseguenza a chi non rispetta il prossimo che verrà dopo di noi.